La colazione, per noi
siciliani, è sacra e nella mia famiglia era ed è un "rito".
Mia madre sin da giovane,
scandalizzando tutti, preferiva la colazione al bar e ha continuato a farlo a
Palermo e infine a Torino dove ha vissuto, insieme a me, l’ultima parte della
sua vita e dove, finalmente “ si è sentita a casa”, così si esprimeva nei
confronti di questa splendida città che ci ha accolto affettuosamente.
In Sicilia il bar, chiamato“
tavola calda”, ingloba più funzioni: Pasticceria, forno, caffetteria, gelateria
e rosticceria dove puoi trovare dal dolce al salato; E' il luogo dove, ad ogni ora della giornata, si può consumare un pasto veloce e sfizioso.
D’inverno, a Catania, prima di andare al lavoro, si fa
colazione con il cornetto e il cappuccino e l’iris, panino fritto, riempito di
crema bianca o al cioccolato, i panzerotti ripieni e, verso l’ora di pranzo, la
scelta cade spesso su uno squisito arancino, una sfoglia con cipolla e frutta.
Durante le belle giornate
estive invece ci si disseta con il latte di mandorla e si fa colazione con la
famosa granita, che sostituisce il cappuccino e che la fa da padrone nei gusti più
vari, accompagnata dalla “ brioscia calda col tappo”.
Mio padre spesso ci parlava della granita, della sua storia: Molto probabilmente, diceva, la sua
ricetta deriva dalla preparazione di una bevanda araba lo sherbet, un succo di
frutta aromatizzato, usando la neve raccolta sull'Etna o su altri monti
siciliani (Nebrodi, Peloritani, Iblei).
Molti documenti, fin dal XI sec., ci raccontano dell'uso assai antico di
produrre neve ghiacciata, da utilizzare nei mesi estivi e ancora adesso la
neve, caduta in inverno, viene conservata dentro delle grandi buche, poi la compattano, la solidificano e poi la vendono in estate. Anche voi sapete che arriva nella città e nei paesi, con i muli o con i
carretti dove le "balate di ghiaccio" (grosse lastre), avvolte in teli di canapa, protetti superiormente da un altro strato di felci.
"E' vero, papà! L'acquaiolo ci vende il ghiaccio, su foglie di felci, per proteggere le mani dal freddo, e Gaetano, a me non lo permette mai, lo porta a casa."
"E' vero, papà! L'acquaiolo ci vende il ghiaccio, su foglie di felci, per proteggere le mani dal freddo, e Gaetano, a me non lo permette mai, lo porta a casa."
E ancora oggi, quando il ricordo fa riemergere le scene di guerra per arraffarne di più, mi rivedo con i miei fratelli, dopo grosse litigate a chi doveva cominciare per primo, mentre ci divertivamo a grattare la superficie, per preparare la nostra granita al
limone o all'arancia.
Quanta regalità e colore davano quelle felci, a quella massa gelida e trasparente e quanto ghiaccio, con dieci lire!
Quanta regalità e colore davano quelle felci, a quella massa gelida e trasparente e quanto ghiaccio, con dieci lire!
Come preparare, a casa, la granita al limone
Ingredienti
Preparazione
Lavate accuratamente i
limoni, spremeteli e conservate il succo. Portate ad ebollizione, in una
pentola capiente, il litro d’acqua in cui avrete sciolto lo zucchero, mescolare
bene per 2 minuti.
Togliete la pentola dal
fuoco, aggiungete il succo e la scorza del limone, coprite la pentola con un coperchio
e fate riposare per ½ h.
Utilizzando il colino,
filtrate il liquidi, versando in un contenitore adatto per il freezer, aspettate
che il liquido si raffreddi quindi chiudete il contenitore con un coperchio e
mettetelo in freezer. Controllate regolarmente lo stato di congelamento e quando si sarà ghiacciato del tutto,
tiratelo fuori e passatelo o al mixer o al frullatore, mescolando di tanto in
tanto con un cucchiaio di legno, per amalgamare bene il tutto e tritarlo uniformemente. Rimettete il
composto nel contenitore e poi nel freezer per completare il processo di
congelamento, fino ad ottenere la consistenza desiderata. La granita è pronta!
Anche se non è autentica, è molto buona.
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