venerdì 29 aprile 2016

La granita, le felci e ...




La colazione, per noi siciliani, è sacra e nella mia famiglia era ed è un "rito".
Mia madre sin da giovane, scandalizzando tutti, preferiva la colazione al bar e ha continuato a farlo a Palermo e infine a Torino dove ha vissuto, insieme a me, l’ultima parte della sua vita e dove, finalmente “ si è sentita a casa”, così si esprimeva nei confronti di questa splendida città che ci ha accolto affettuosamente.
In Sicilia il bar, chiamato“ tavola calda”, ingloba più funzioni: Pasticceria, forno, caffetteria, gelateria e rosticceria dove puoi trovare dal dolce al salato; E' il luogo dove, ad ogni ora della giornata, si può consumare un pasto veloce e sfizioso.
 D’inverno, a Catania, prima di andare al lavoro, si fa colazione con il cornetto e il cappuccino e l’iris, panino fritto, riempito di crema bianca o al cioccolato, i panzerotti ripieni e, verso l’ora di pranzo, la scelta cade spesso su uno squisito arancino, una sfoglia con cipolla e frutta.
Durante le belle giornate estive invece ci si disseta con il latte di mandorla e si fa colazione con la famosa granita, che sostituisce il cappuccino e che la fa da padrone nei gusti più vari, accompagnata dalla “ brioscia calda col tappo”.
Mio padre spesso ci parlava della granita, della sua storia: Molto probabilmente, diceva, la sua ricetta deriva dalla preparazione di una bevanda araba lo sherbet, un succo di frutta aromatizzato, usando la neve raccolta sull'Etna o su altri monti siciliani  (Nebrodi, Peloritani, Iblei).
Molti documenti, fin dal XI sec., ci raccontano dell'uso assai antico di produrre neve ghiacciata, da utilizzare nei mesi estivi e ancora adesso la neve, caduta in inverno, viene conservata dentro delle grandi buche, poi la compattano,  la solidificano e poi la vendono in estate. Anche voi sapete che arriva nella città e nei paesi, con i muli o con i carretti dove le "balate di ghiaccio" (grosse lastre), avvolte in teli di canapa, protetti superiormente da un altro strato di felci.
"E' vero, papà! L'acquaiolo ci vende il ghiaccio, su foglie di felci, per proteggere le mani dal freddo, e Gaetano, a me non lo permette mai, lo porta a casa."
E ancora oggi, quando il ricordo fa riemergere le scene di guerra per arraffarne di più, mi rivedo con i miei fratelli, dopo grosse litigate a chi doveva cominciare per primo, mentre ci divertivamo a grattare la superficie, per preparare la nostra granita al limone o all'arancia.
Quanta regalità e colore davano quelle felci, a quella massa gelida e trasparente e quanto ghiaccio, con dieci lire!

Come preparare, a casa, la granita al limone
Ingredienti
Limoni 4, zucchero 150 g., buccia di limone senza la parte bianca, 1 L di acqua

Preparazione
Lavate accuratamente i limoni, spremeteli e conservate il succo. Portate ad ebollizione, in una pentola capiente, il litro d’acqua in cui avrete sciolto lo zucchero, mescolare bene per 2 minuti.
Togliete la pentola dal fuoco, aggiungete il succo e la scorza del limone, coprite la pentola con un coperchio e fate riposare per ½ h.
Utilizzando il colino, filtrate il liquidi, versando in un contenitore adatto per il freezer, aspettate che il liquido si raffreddi quindi chiudete il contenitore con un coperchio e mettetelo in freezer. Controllate regolarmente lo stato di congelamento  e quando si sarà ghiacciato del tutto, tiratelo fuori e passatelo o al mixer o al frullatore, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, per amalgamare bene il tutto  e tritarlo uniformemente. Rimettete il composto nel contenitore e poi nel freezer per completare il processo di congelamento, fino ad ottenere la consistenza desiderata. La granita è pronta! Anche se non è autentica, è molto buona.

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