Quando preparo la tisana con i semi di finocchio, penso a nonno Nino e a tutte le volte che, a tavola, decantava il suo vino,"vino genuino diceva, perché io so a chi affido le mie uve e poi me ne accorgerei se mi fregassero" e ricordava come certi lestofanti usavano i semi di finocchio, per frodare i clienti e seguiva la storia dell'oste che, per vendere il vino cattivo, usava il trucco dei semi d finocchio, per coprire qualunque altro sapore.
Ma il finocchietto selvatico era il protagonista delle ricette di famiglia: Pianta spontanea e perenne, molto diffusa nelle nostre zone, molto usata in cucina e in tutte le sue parti: La nonna, con i fiori, aromatizzava le castagne bollite, le olive in salamoia, mentre con i
Ma il finocchietto selvatico era il protagonista delle ricette di famiglia: Pianta spontanea e perenne, molto diffusa nelle nostre zone, molto usata in cucina e in tutte le sue parti: La nonna, con i fiori, aromatizzava le castagne bollite, le olive in salamoia, mentre con i
semi dava quel particolare aroma ai biscotti, ai salumi e anche al pane e con i getti teneri, invece, preparava i puppetti..
La sua fama però si deve alla "Pasta con le sarde" che divenne, come raccontava sempre mia madre, un nostro piatto, dopo l'arrivo di papà in famiglia; fino a quel momento l'unico piatto "strano", così lo consideravamo noi nipoti, era quello delle rane fritte che, naturalmente, noi rifiutavamo.
Invece i puppetti chi finucchieddi, una delle tante ricette della nonna, erano i nostri preferiti. Mentre puliva le sue parti, a noi che la guardavamo incuriositi, ci spiegava quali erano le parti migliori, per preparare le polpette, "ricordatelo diceva, solo i getti più teneri, che emanano un profumo stuzzicante" e noi nipoti, sapevamo quanto erano buoni, litigando se qualcuno ne avesse più degli altri, li mangiavamo, con voracità.
La sua fama però si deve alla "Pasta con le sarde" che divenne, come raccontava sempre mia madre, un nostro piatto, dopo l'arrivo di papà in famiglia; fino a quel momento l'unico piatto "strano", così lo consideravamo noi nipoti, era quello delle rane fritte che, naturalmente, noi rifiutavamo.
Invece i puppetti chi finucchieddi, una delle tante ricette della nonna, erano i nostri preferiti. Mentre puliva le sue parti, a noi che la guardavamo incuriositi, ci spiegava quali erano le parti migliori, per preparare le polpette, "ricordatelo diceva, solo i getti più teneri, che emanano un profumo stuzzicante" e noi nipoti, sapevamo quanto erano buoni, litigando se qualcuno ne avesse più degli altri, li mangiavamo, con voracità.
I puppetti chi finuccheddi
Ingredienti
Getti di finoccheddo selvatico, uova, sale, peperoncino e farina.
Preparazione
Pulire i getti più teneri, tagliarli e bollirli in acqua calda, con un pizzico di bicarbonato di sodio; prima del termine della cottura, salare, quindi scolarli e dopo averli fatti raffreddare, eliminare il liquidi in eccesso, strizzandoli.Se necessario, ancora un pizzico di sale e aggiungere peperoncino, a piacere, quindi le uova sbattute, nella giusta quantità, per saldare i finocchietti e un cucchiano di farina. Mescolare bene e formare delle polpette piccole e sode, infarinarle e friggerle. Importante girare le polpette dopo che il primo lato sia dorato, per evitare chele polpettine si sfaldino.
Versarli in un piatto accompagnate.
Una curiosità
Nell'800, in epoca di "osti della malora", di botteghe sudice e maleodoranti, di vini pessimi, era usanza, da parte di alcuni osti più spregiudicati, offrire qualche fetta di finocchio agli avventori che volessero acquistare del vino. Così ai poveri malcapitati rimaneva in bocca , in modo persistente,un gusto simile all'anice che migliorava il sapore scadente del vino, coprendone quindi i difetti.
Ingredienti
Getti di finoccheddo selvatico, uova, sale, peperoncino e farina.
Preparazione
Pulire i getti più teneri, tagliarli e bollirli in acqua calda, con un pizzico di bicarbonato di sodio; prima del termine della cottura, salare, quindi scolarli e dopo averli fatti raffreddare, eliminare il liquidi in eccesso, strizzandoli.Se necessario, ancora un pizzico di sale e aggiungere peperoncino, a piacere, quindi le uova sbattute, nella giusta quantità, per saldare i finocchietti e un cucchiano di farina. Mescolare bene e formare delle polpette piccole e sode, infarinarle e friggerle. Importante girare le polpette dopo che il primo lato sia dorato, per evitare chele polpettine si sfaldino.
Versarli in un piatto accompagnate.
Una curiosità
Nell'800, in epoca di "osti della malora", di botteghe sudice e maleodoranti, di vini pessimi, era usanza, da parte di alcuni osti più spregiudicati, offrire qualche fetta di finocchio agli avventori che volessero acquistare del vino. Così ai poveri malcapitati rimaneva in bocca , in modo persistente,un gusto simile all'anice che migliorava il sapore scadente del vino, coprendone quindi i difetti.
E dal termine finocchio derivò il verbo infinocchiare che si riferisce a qualcuno che truffa, raggira.
Alcune notizie
Alcune notizie
Non è raro trovare vaste estensioni di finocchio selvatico nella campagna incolta, dove le piante sono più aromatiche.
E' una pianta interamente commestibile, dai semi alle foglie, dalle radici ai fusti. Ad eccezione dei semi che vengono consumati secchi, come importante aroma per carni, pesce, liquori, biscotti, focacce e tisane, con doti spiccatamente digestive ( utilissimi per liberare l'intestino dal gas), le restanti parti, i teneri germogli che sono da consumarsi fresche, in particolare i teneri germogli che sono rinomati, per la preparazione della pasta con le sarde.
Il finocchio è anche coltivato e si distingue da quello selvatico per la presenza del "grumulo", cioè il vero e proprio finocchio
E' una pianta interamente commestibile, dai semi alle foglie, dalle radici ai fusti. Ad eccezione dei semi che vengono consumati secchi, come importante aroma per carni, pesce, liquori, biscotti, focacce e tisane, con doti spiccatamente digestive ( utilissimi per liberare l'intestino dal gas), le restanti parti, i teneri germogli che sono da consumarsi fresche, in particolare i teneri germogli che sono rinomati, per la preparazione della pasta con le sarde.
Il finocchio è anche coltivato e si distingue da quello selvatico per la presenza del "grumulo", cioè il vero e proprio finocchio
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