Ero molto triste e rammaricata di non aver potuto salutare e abbracciare il mio compagno di chiacchiere e di racconti, come lo consideravo, e la zia, rincuorandomi, mi disse: Gli siamo stati accanto fino alla fine, dandogli serenità e amore e tanta attenzione; lo abbiamo rasserenato anche quando chiedeva la tua presenza, assicurandogli che saresti arrivata presto. Prima di ripartire, siamo tornate in campagna dove avevo trascorso tante belle estati e che rappresentava il mondo semplice e genuino che il mio nonno ci aveva fatto amare e poi ci dirigiamo verso la stazione, per ritornare a palermo.
Prima di salire sul treno, la zia mi restituì la letterina che avevo inviato al nonno qualche mese dopo il mio trasferimento, dicendomi che il mio compagno di viaggio l'aveva custodita gelosamente, sotto il cuscino. In quella letterina, che purtroppo non ho più e che avevo letto e riletto tante volte, immagino di avere scritto così : “Caro nonnino mi trovo in un posto un po’ bello, il nostro lo è di più; non c’è l’acqua rossa che sgorga dalla roccia, né l’orto dove raccoglievo la verdura e i legumi con i quali la mamma cucinava tanti buoni piatti e non ci sei tu che mi vuoi bene e mi pensi sempre. Non essere triste, io verrò presto a trovarti per stare tanto tempo con te e ascoltare i racconti che mi piacciono tanto. Quando mi prende la nostalgia, mangio qualcosa che mi ricorda la nostra campagna e i prodotti genuini della buona terra.
Ti ricordi quante volte ti ho aiutato a portare in casa la frutta fresca e quando partecipavo alla raccolta delle olive ? Nel paesino in cui vivo adesso tutto la realtà é dicersa, siamo in periferia, all'aperto con tante piante di agrumi e tanti alberi da frutta, come nella villa settecentesca abbandonata che insieme ad altri bambini, vado ad esplorare.." E se potessi continuare quella lettera, aggiungerei: "Caro nonnino, mi ricordo che papà, quando avevo nostalgia del mio paesino e di te, mi diceva che la memoria è il compagno più caro di ogni persona, che permette di mantenere vivo il senso di appartenenza, rimanendo legati al cordone ombelicale della propria terra d’origine; è come il cibo, diceva, che racconta sempre una storia, ed è un mezzo di comunicazione non verbale che aiuta a mantenere vivi le proprie tradizioni e mediare le culture diverse". E’ proprio vero! Quando a tavola trovo “l’alivi cunsati”, mi rivedo nella piccola via del nostro paesino, vedo il mio nonnino e il suo ciuco, i prodotti della terra nelle sacche e i cesti di olive appena raccolte e il lavoro di preparazione per farli diventare un buon antipasto, nella nostra tavola. Nonno ti voglio tanto bene e mi manchi, mio compagno di giochi”. Ciao, la tua nipotina Milia.
Mentre il treno mi portava verso casa, pensavo a quanto affetto, valori e
tradizioni mi ha regalato nonno Nino, l'amore per il mondo contadino e i buoni piatti che mi accompagnano ancora oggi. Da quasi cinquant'anni, preparo “l’alivi
cunsati”che, oltre ad essere un ottimo antipasto, è un omaggio all’uomo che mi parlava della
terra, del rispetto e della cura per preservarla: ” Lu patri si nni va la roba
resta”( l’uomo muore, la terra rimane) diceva sempre. E mi capita spesso di
rivivere le emozioni antiche e di rivedermi bambina mentre tento di raccogliere
le olive, mentre ascolto il canto delle donne che fanno la
raccolta e mentre il mio nonnino mi solleva perché possa raggiungere i rami più
alti.
Quasi in tutte le case siciliane è ancora tradizione preparare le olive
verdi schiacciate e condite, per esaltarne il gusto e se ne preparano in
abbondanza, per regalarli anche ai parenti. E’ una ricetta tipica del periodo
della raccolta delle olive, solitamente fine settembre /novembre. Prima di raccogliere
tutte le olive per la molitura, ne viene anticipata una, scegliendo solo quelle più grosse e prive di imperfezione, proprio per avere un ottimo
ingrediente per la ricetta. Provate anche voi a preparare “l’alivi cunsati”, vi
assicuro che sono di facile preparazione (a Torino potrete trovarli, tra ottobre/novembre,
al mercato di Porta Palazzo) e sono un ottimo antipasto.
Alivi scacciati,
alivi cunzati
Prima di cominciare le operazioni vi conviene indossare un grande
grembiule per evitare schizzi di olio e macchie difficili da eliminare.
Ingredienti
1 kg. di olive verdi, fresche e senza imperfezioni, olio extravergine, origano, secondo il vostro gusto, 2 peperoncini rossi, spicchio d’aglio, sale, tagliere, batticarne,
sasso o un martello ( è lo strumento che uso io)
Preparazione
Lavate le olive per eliminare impurità e terra e su un
tagliere di legno, con un batticarne o sasso ( io uso il martello), date un colpo secco ad
ogni oliva. Mettete le olive
schiacciate in un contenitore capiente e versate del'acqua bollente per circa 3 minuti, non superateli perché renderebbero le olive molli, quindi scolate e versatevi sopra dell' acqua fredda con un cucchiaio raso di sale grosso per
per 4 -5 giorni, avendo cura di cambiare l’acqua due/tre volte al giorno, sempre aggiungendo del sale grosso. Trascorsi
i giorni stabiliti, assaggiate per sentire se l’amaro sia stato eliminato,
scolate le olive e sciacquatele bene e asciugatele con cura con della carta
assorbente, da cucina,.
Adesso procedete al condimento: Prima di mettere le olive in un contenitore di vetro, se volete conservarle, preparatele in un piatto, aggiungendo due spicchi d’aglio (interi o a fettine sottili), i peperoncini piccanti, origano e abbondante olio e mescolate molto bene, per fare insaporire. Ricordate che le olive condite si possono mangiare subito ma se li fate insaporire un paio di giorni, è tutta un’altra cosa: Sentirete che profumo!
Adesso procedete al condimento: Prima di mettere le olive in un contenitore di vetro, se volete conservarle, preparatele in un piatto, aggiungendo due spicchi d’aglio (interi o a fettine sottili), i peperoncini piccanti, origano e abbondante olio e mescolate molto bene, per fare insaporire. Ricordate che le olive condite si possono mangiare subito ma se li fate insaporire un paio di giorni, è tutta un’altra cosa: Sentirete che profumo!
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