Erano stati giorni convulsi, si preparava il viaggio a Padova, per la festa goliardica di quella città. Insieme ai colleghi, mio fratello Gaetano aveva trascorso tante ore per le strade, facendo la questua, per acquistare i biglietti del treno e pagare il pernottamento. E finalmente la partenza e per tre giorni divertimento e goliardia pura, serate nei locali tipici, bevute e risate di gusto, sono stati giorni indimenticabili, dirà tornato a casa. Per giorni, ancora elettrizzato dall'esperienza, ci parlò del divertimento in ateneo, per le strade con i colleghi padovani ma ancora di più, delle belle ragazze che aveva incontrato e soprattutto di Luisa, una splendida bruna, occhi castani e folta chioma; noi lo ascoltavamo divertiti, e incuriositi, conoscendo la sua faccia tosta e la capacità di attrarre l'attenzione con la sua dialettica
e Agnese, che era appena arrivata da Torino, ironicamente, gli chiese se il corteggiamento avesse prodotto dei risultati e lui di rimando: Ho usato lo charme e le parole giuste". "Non sai cosa ti perdi, le dissi, io sono charmant come i francesi, raffinato come gli arabi e "caliente" come gli spagnoli. ……..
Sono lo specchio della mia Sicilia, poliedrica, piena di contraddizioni, ma carica di fascino, fantasia e passione. E avendo notato, in Agnese, scetticismo, aggiunse allora crederai all'intellettuale Karel Capek, ospite, molto tempo fa, nella nostra isola, che così si espresse, "L'influsso spagnolo è l'ultimo; il primo è greco, il secondo e il terzo sono il saraceno e il normanno....Mescolate questi vari elementi culturali con un sole abbacinante, una terra africana, una quantità di polvere e una vegetazione meravigliosa e avrete la Sicilia" ( "Da Palermo a Taormina", dai "Fogli italiani!)
E, subito, è caduta ai tuoi piedi, commentò Agnese! No, ma ero sulla buona strada, rispose Gaetano: "Avevo molte frecce al mio arco, esaltando la mia isola e le sue bellezze. Ho ricordato i grandi viaggiatori del '700 e dell'800, che hanno amato la Sicilia e, alcuni dei quali credevano di riconoscere, nell'isola, origini mitologiche, come
Samuel Butler, letterato inglese dell'età vittoriana, che lascerà alla città di Trapani, il suo manoscritto, convinto che Omero fosse nato a Trapani e che, addirittura, fosse donna e forse Nausicaa, figlia del re dei Feaci, conclusioni a cui era arrivato, cento anni prima,
Johann Wolfgang Goethe che, guardando il mare di Palermo, notava che tutto gli richiamava alla mente, l'isola dei Feaci.
Il mio fratellino aveva continuato a lodare la nostra terra con la giovane: "E che dire, cara Luisa, delle splendide parole, espresse sulla Sicilia, da Guy de Maupassant, che, con emozionalità, ne decantò le ricchezze artistiche: "La Sicilia, scrisse, è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo….......Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che, da un’estremità all'altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura”
A quel punto, avevo capito di averla affascinata, disse Gaetano, con soddisfazione, perché, Luisa, sorridendo, mi rispose: Grazie per le belle giornate trascorse in allegria e socialità ma soprattutto per le notizie interessanti, sulla tua Sicilia che spero di visitare presto. E per dimostrarti la mia gratitudine, ti inviterò a cena, momento che mi permetterà di godere ancora dei racconti sulla tua terra, fatta di storia, arte e natura.
E la serata si concluse splendidamente, continuò Gaetano, appagando, piacevolmente, le curiosità della mia nuova amica Luisa che, salutandomi, saremmo ripartiti, purtroppo, l'indomani, aggiunse: Se sei lo specchio della tua terra, sono ancora più curiosa di visitarla e, naturalmente, con te che mi farai da cicerone.
E io risposi con le parole di
Frances Elliot ( "Milady in Sicilia)
“ Dal tempo di Proserpina, la Sicilia è stata la casa dei fiori. Si dice che le dee vergini, Proserpina, Minerva e Diana, tessero una tonaca di fiori variopinti per il padre Giove. Ora capisco perché gli Dei hanno tanto amato la Sicilia”!( da Milady in Sicilia)
Mio fratello Antonio, che, fino a quel momento, era stato in religioso silenzio, lo interruppe: Non sapevamo di avere un dotto, in famiglia, " ammogghia sta atta"! (avvolgi questa gatta, espressione siciliana per indicare un'impresa difficile, un problema irrisolvibile). La sfida non fu raccolta, Gaetano continuò il suo racconto, con dovizia di particolari: "Ho detto a Luisa che, come gli antichi viaggiatori, anche lei, avrebbe, osservato la Sicilia da diversi punti di vista, da varie sfaccettature, ognuna carica di propria personalità, incontrando tante Sicilie, ognuna pronta a mettersi in antitesi con l’altra.
E che, nei siciliani, avrebbe ritrovato quella terra che trasmette sensazioni, prodotte dai colori, dai sapori, dalla fragranza e dai profumi e dai suoni, e dal gioco dei contrasti soprattutto quelli di un paesaggio che muta continuamente; e avrebbe provato quella "strana" e particolare sensazione, che scaturisce dalla socialità, dalla fantasia e dalla passione che sono insiti nella natura dei suoi giovani. Sapete concluse, rivolto alla platea, presto verrà in Sicilia, me lo ha promesso.
E mia madre, si fece il segno della croce!